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“Oltre lo Smart Working”: ecco cos’è successo.

“Oltre lo Smart Working”: ecco cos’è successo.

Una ventata di positività per i nuovi modi di lavorare durante il convegno “Oltre lo Smart Working - Strumenti, norme e luoghi dei new ways of working” organizzato lo scorso 24 settembre da eFM con FieldFisher nella nostra sede di Milano.


Secondo Cristina Tajani, assessora al lavoro del Comune di Milano, “il lavoro agile è oggi una modalità organizzativa ampiamente diffusa tra i lavoratori del suo Comune e si sta velocemente espandendo presso le altre amministrazioni pubbliche” Ma non solo: il lavoro agile può essere uno strumento concreto per migliorare il modo in cui si vive quotidianamente la città.

 

 


Anche per il presidente del CNEL, Tiziano Treu, “lo Smart Working è stato accolto positivamente sia nel pubblico che nel privato ed ha stimolato una reazione positiva ai cambiamenti tecnologici”.  

 

 


Marco Bentivogli, segretario generale di FIM Cisl, ha invece affrontato il tema dell’efficacia:  “Abbiamo svolto una ricerca, chiamata impiegati 4.0. È emerso che gli impiegati che fanno smart working fanno fuori le stesse cose che facevano in ufficio, ma nella metà del tempo». 

 

 


Interessante anche il tema della misura, secondo Luca Solari, Professore di Organizzazione Aziendale presso l’Università Statale di Milano, «Ci sono dati su come le persone usano gli spazi che non conosciamo anche se potremmo averli. Attraverso sensoristica e dati quantitativi è possibile valutare l'investimento sulle persone».

 

 


Informazioni molto utili per mettere a disposizione luoghi adeguati alle preferenze delle persone, perché come afferma Angelo Pandolfo, Senior Partner di Fieldfisher: «La discrezionalità lasciata ai lavoratori agili è molto alta. I contratti collettivi non specificano in quali fasce orarie debba essere collocata la loro attività lavorativa” .

Allora diventa determinante anche l’offerta di luoghi, su questo punto si sono soffermati Simone Santi, Head of Offices Italy di Leandlease, «Ci occupiamo di sviluppo del workplace. Non parliamo di edifici per uffici. Non parliamo neanche di edifici. Parliamo di luoghi dove si fanno delle cose. I luoghi del futuro» e Fiorenza Lipparini, senior advisor di Mind e Head of Research in PlusValue, che ha allargato la visione all’impatto sul territorio urbano: «Lavorare su come cambia la città significa lavorare su come salvaguardare parti di ambiente, sulla costruzione di un lavoro che sia rispettoso dell'ambiente».

 

 


A rafforzare il concetto anche il nostro CEO Daniele Di Fausto “Non basta lasciare il lavoratore libero di decidere quando e dove lavorare. È fondamentale accompagnare la libertà lavorativa acquisita verso luoghi -inspiring - in chiave di crescita del valore personale, e quindi, aziendale. E’ proprio per questa finalità che è nata la nostra Startup MYSPOT”.

 

L'ultima parola è stata lasciata ad Emiliano Boschetto, Institutional Relations & Communication Manager di eFM, che ha lanciato la survey “NEW WAYS OF WORKING – Readiness” inviata a tutti i partecipanti per fornire le prime indicazioni ed indicatori utili ad avviare o consolidare un percorso integrato di crescita sui temi trattati durante il convegno.


Ringraziamo speaker, partecipanti e partner per aver preso parte a questo stimolante incontro. Perché dopotutto, come ricorda Di Fausto «i luoghi sono l'asse portante del trust - come elemento di incontro, di scambio, di sviluppo di competenze».