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Intelligenza artificiale e blockchain: come innovare il Facility Management

Intelligenza Artificiale e Blockchain sono due potenti abilitatori di innovazione e di trasformazione digitale nel Facility Management, una disciplina aziendale che può far tesoro della forte evoluzione tecnologica in chiave 4.0, adattandola alle tradizionali dinamiche della gestione del real estate. Da un lato, infatti, spazi ed edifici sposano con sempre maggiore frequenza il paradigma 4.0 grazie alla sensoristica avanzata (IoT), all’automazione e all’analisi dei dati, dall’altro uno smart facility management deve fare tesoro di tutti questi dati e informazioni per innovare la gestione dei servizi all’immobile, compresi i rapporti tra tutte i player che fanno parte dell’ecosistema.

 

Intelligenza Artificiale e Blockchain: oltre la Predictive Maintenance

Se la gestione del building, degli spazi e dei servizi diventa data-driven, si aprono immediatamente spazi immensi all’applicazione dell’Intelligenza Artificiale andando così verso modelli di spazi responsive in grado di soddisfare in tempo reale le necessità delle persone che li occupano. Nell’ambito del Facility Management, così come nel mondo degli impianti e delle linee industriali, l’applicazione più comune e di straordinario valore è la manutenzione predittiva: i dati provenienti dal building, dai suoi impianti e ambienti possono segnalare scostamenti sospetti dai valori di norma, suggerendo di attivare un intervento di manutenzione. Si superano così, in un’unica mossa, tutti i limiti della manutenzione reattiva (quella che avviene a seguito di un guasto) e di quelle programmate, di cui non sempre c’è effettivo bisogno, si aumenta così la disponibilità degli spazi e dei servizi e si ottiene un impatto positivo sulla people experience.

Se la Predictive Maintenance è di certo la fattispecie più diffusa dell’Intelligenza Artificiale nell’ambito del building 4.0, nel Facility Management si può andare ben oltre e applicare le capacità predittive dell’Intelligenza Artificiale non solo ad asset fisici ma anche a quelli immateriali come i contratti. Non dimentichiamo che la gestione dei servizi agli immobili coinvolge un articolato ecosistema di player, vincolati contrattualmente all’esecuzione di svariati servizi. Tradizionalmente, una delle sfide del Facility Manager è sempre stata quella di trovare il fornitore giusto e, soprattutto, di essere in grado di verificare puntualmente l’esecuzione dei vincoli contrattuali, ovvero che i servizi venissero forniti a regola d’arte. Digitalizzando anche la parte contrattuale, e approdando con lo Smart Contract a un Digital Twin del contratto tradizionale (da cui il collegamento tra Intelligenza Artificiale e Blockchain), diventa possibile non solo avere un riscontro effettivo sull’esecuzione delle prestazioni nei termini stabiliti, ma anche adottare un approccio predittivo (AI) sull’andamento stesso del contratto. La raccolta degli eventi, che avviene tramite IoT, le azioni degli operatori e i vari strumenti presenti sul campo, consente di creare scenari predittivi sull’andamento del contratto, e quindi mitigare il rischio di mancata esecuzione delle prestazioni.

 

Il ruolo di Blockchain per la sicurezza e la trasparenza dei rapporti contrattuali

Insieme all’Intelligenza Artificiale, Blockchain svolge un ruolo cardine nel percorso di trasformazione del Facility Management in chiave 4.0. Nella fattispecie, Blockchain ha il ruolo di basamento stabile su cui poggia lo Smart Contract e garantisce la tracciabilità e la trasparenza del contratto facendo perno sulle sue caratteristiche peculiari.

Se lo Smart Contract offre di per sé una serie di benefici tangibili all’universo del Facility Management tra cui l’ottimizzazione delle risorse, la verifica puntuale e automatica dell’esecuzione dei contratti (e quindi una riduzione dei tempi di gestione) e la riduzione dei rischi, la notarizzazione del contratto tra la parti su tecnologia Blockchain garantisce certezza, trasparenza e tracciabilità. L’impiego di Distributed Ledger Technologies come Blockchain determina quindi un risultato straordinario: quello della fiducia tra gli attori che prendono parte all’universo del facility management, un trust che permette la creazione di nuove e proficue forme di collaborazione e che risiede nella tecnologia stessa e non nella garanzia di un ente terzo.

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