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Hubquarter e la rivoluzione smart degli uffici

Quali sono le caratteristiche dell’ufficio del futuro?

Lo Smart Working e il grande cantiere dell’ufficio

Adattare gli spazi ai bisogni del lavoro ibrido. Tagliare costi, sprechi e utenze. In questi due anni molto si è scritto e discusso su come trasformare i luoghi di lavoro. Oggi, quelle trasformazioni sono in corso.

Lo si legge in un recente articolo del Sole24Ore: Così lo smart working cambia gli uffici: boom di spazi in esubero dati in affitto. Il panorama degli uffici oggi, appare come un grande cantiere di lavoro in corso. Specialmente tra i grandi gruppi bancari. Unicredit, Deutsche Bank, Bnp Paribas, Intesa Sanpaolo e tanti altri affittano e cedono in locazione parte dei loro storici Headquarter.

Sintomo di una trasformazione in corso?

Secondo Riccardo Rossini, Area Manager EMEA eFM: “I grandi gruppi finanziari, in Italia e all’estero, stanno cedendo parte degli immobili perché le abitudini lavorative sono cambiate e gli spazi rimangono vuoti continuando a generare costi. Tornare al pieno utilizzo degli headquarter è oggi non semplice per le aziende, perché significa riproporre un modello che mette al centro la presenza e l’accentramento, impattando negativamente sull’engagement delle persone, mettendo a rischio la retention dei talenti. Impone inoltre il commuting che toglie valore e senso a territori periferici e incide sull’inquinamento ambientale”.

La trasformazione strutturale dei grandi gruppi bancari

Le scrivanie si svuotano e servono meno metri quadrati. Gli spazi, fino a ieri di proprietà, oggi accolgono società diverse, altri tenant, in linea con i principi della sharing economy.

Dopo la pandemia, è diventata evidente la sproporzione tra superficie disponibile e posti occupati. Una situazione paradossale in cui, a fronte di spazi di lavoro vuoti e inutilizzati, i costi di gestione rimangono costanti. Come si stanno muovendo i grandi gruppi bancari per assecondare un cambiamento repentino e strutturale?

Deutsche Bank sta riducendo la sua superficie del 40%. Unicredit ha lasciato uno dei suoi tre grattacieli nel “quartier generale” milanese, Gae Aulenti. Bnp Paribas ha ceduto in locazione due interi piani e Intesa Sanpaolo ha iniziato un processo di razionalizzazione dello spazio aziendale, riducendo la superficie strumentale di circa 258mila metri quadri.

“L’ufficio del futuro è il motivo stesso che ti porta a viverlo – spiega Riccardo Rossini – le persone devono avere una motivazione per frequentarlo, legata ad un obiettivo di crescita professionale ma anche personale e sociale. Un luogo facilmente raggiungibile, attrezzato, stimolante, con identità definita. Non solo un’alternativa al lavoro da casa, ma una palestra di apprendimento e relazione a portata di mano”.

L’ufficio tecnologico: gli impatti

Secondo CBRE, su 6,6 miliardi di euro di investimenti immobiliari, in Italia nel 2023, il comparto uffici ha chiuso attorno a 1,2 miliardi, in calo del 74% rispetto al 2022. Tuttavia, JLL fa notare che a Milano la vacancy rate (mediamente all’8%), negli uffici di ultima generazione si riduce al 2,6%.

Sintomo di una rinnovata necessità nell’utente: quella della flessibilità, da un lato. Quella della dotazione tecnologica, dall’altro.

Hubquarter e la tecnologia a portata di mano

Un network di workplace che ispirano connessioni e creano comunità. Si potrebbe definire così Hubquarter, secondo Riccardo Rossini. Un modello a disposizione del mondo corporate ma anche dei freelancer, che ascolta la voce e le necessità dell’individuo creando un hub di spazi di lavoro flessibili e tecnologici, distribuiti sul territorio e interconnessi digitalmente dalla piattaforma Myspot.

“Integrare il modello Hubquarter alla natura di un’organizzazione consente da un lato di ottimizzare e razionalizzare i costi di gestione degli immobili – conclude Riccardo Rossini – dall’altro investe e stimola la nascita di relazioni fra individui, il ripopolamento delle zone altre rispetto ai grandi agglomerati urbani e un ripensamento dei flussi verso il centro. Persona e ambiente, engagement e sostenibilità come chiavi di lettura per il futuro del lavoro.”

 

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