La digitalizzazione del RE per ottimizzare costi, produttività e sostenibilità
La digitalizzazione del real estate non è un’utopia futuribile: è un cambiamento in atto, che è già stato sposato dai grandi player internazionali del settore. E digitalizzare non significa semplicemente applicare tecnologia a processi noti: significa piuttosto cambiare mindset. Tanto in termini di singole operazioni, quanto in termini di visione complessiva.
“La digitalizzazione va di pari passo con un nuovo modo di guardare l’asset immobiliare – spiega Daniele Appetito, CEO eFM North America – Ad oggi troppe realtà continuano a pensare al real estate o al facility management come a meri costi da tagliare. Quando invece si tratta di veri e propri abilitatori per il business e per il comfort e il benessere delle persone”.
In questo senso ripensare il real estate significa innanzitutto ripensare il valore dell’immobile per le persone che lo vivranno: il luogo fisico che nasce per dare vita alle attività core di un’azienda. “Stiamo vivendo un’ epoca in cui gli spazi, pur mantenendo la loro vocazione primordiale, diventano luoghi ibridi: un ospedale nasce inizialmente per il benessere, una scuola per l’educazione – prosegue Appetito - Digitalizzare il real estate permette di progettare e gestire servizi e immobili che definiscano e accelerino la propria proposizione e la propria mission tenendo sempre al centro l’esperienza che le persone vivranno al loro interno, nei diversi contesti, è proprio questo uno degli obiettivi della nostra piattaforma digitale Myspot”.
Il risultato della digitalizzazione consiste in una serie di benefici concreti e misurabili: a partire dalla maggiore consapevolezza e trasparenza dello stato conservativo dei building e degli impianti, che abbinata all’automazione dei processi manutentivi e all’IOT conduce all’ottimizzazione dei consumi e dei costi, fino ad arrivare all’aumento del benessere e della produttività, grazie alla maggiore disponibilità degli spazi. Senza dimenticare il tema della sostenibilità: ciò vuol dire maggiore efficienza e minor impatto ambientale, ma anche economica (maggiore disponibilità dei luoghi e comfort degli spazi) e sociale (maggior benessere delle persone, migliori esperienze di vita e trasparenza delle informazioni).
Ottimizzazione dei costi e compliance
Il primo tema che salta agli occhi quando si parla di digitalizzazione del real estate è l’ottimizzazione dei costi. Anche perché l’immobile rappresenta la seconda voce di costo, dopo quella del personale, nella stragrande maggioranza delle aziende.
La digitalizzazione di un immobile con il digital twin comporta la creazione di una replica virtuale dettagliata dell'edificio, che integra dati e informazioni rilevanti per monitorare e gestire l'immobile in modo efficiente già a partire dalla progettazione immobiliare. Permette di abbattere spese e snellire processi. Ad esempio, è possibile simulare spazi e servizi ancor prima che venga posata la prima pietra in cantiere. Così come è possibile verificare i SAL e, più in generale, monitorare in tempo reale ogni intervento o flusso di denaro nella fase successiva di gestione operativa.
La digitalizzazione del real estate non è solo digital twin ma anche smart contract, ovvero contratti intelligenti che eseguono automaticamente le verifiche delle condizioni stabilite al loro interno, senza la necessità di intermediari; lo smart contract digitalizza regole, ingaggi e transazioni, testimoniando che tutte le parti in causa stanno agendo secondo quanto definito e previsto dagli accordi previsti nel contratto in termini di organizzazione, processi e livelli di servizio obiettivo (SLA).
Digitalizzare e semplificare l’intermediazione garantisce un accesso completo e costante alle informazioni, ma non solo. Permette anche di velocizzare il sistema di pagamento, andando a tutelare soprattutto le categorie professionali più esposte: “La maggior parte dei business fallisce per mancanza di cassa – commenta Appetito – con Myspot si digitalizza tutto il sistema di gestione e chiusura dei ticket riducendo così l’esposizione finanziaria ai tempi fisiologici”. Le imprese attive nel settore immobiliare, in particolare quelle che offrono servizi di Facility Management, si trovano a dover affrontare un rischio finanziario significativo. In un mercato che, solo in Italia, vale circa 60 miliardi di euro, buona parte dei fornitori devono infatti affrontare pagamenti contestuali all’esecuzione dei servizi (manutenzioni, riqualificazioni…). Il ritardo nei pagamenti da parte dei clienti può determinare una maggiore necessità finanziaria per sostenere il capitale circolante.
Per affrontare questa sfida MYSPOT gestisce e monitora l'esecuzione dei servizi tramite tecnologie IOT, i sistemi di campo e le dichiarazioni degli utenti e certifica le prestazioni contrattuali grazie all'utilizzo della blockchain. Questo approccio introduce nell'ecosistema complesso del facility management non solo l'automazione degli Smart Contract, ma anche i principi fondamentali della trasparenza, della tracciabilità delle informazioni e dell'immutabilità dei dati.
Il risultato è un saving medio che oscilla tra il 20 e il 25%. Un beneficio concreto che va a toccare tanto la domanda quanto l’offerta. Tanto i grandi protagonisti del settore, quanto le nuove realtà. “Aderire a una piattaforma digitale come quella di Myspot permette a una piccola impresa di poter accedere a processi codificati e consolidati ed essere immediatamente compliant rispetto alle norme e alle regole di un grande soggetto – aggiunge Appetito.
Sostenibilità e produttività
La velocizzazione dei pagamenti a favore di chi esegue i lavori aiuta a capire quanto la digitalizzazione del real estate possa generare benefici in termini di sostenibilità sociale, così come il monitoraggio delle condizioni ambientali e uno spazio interno salubre orientato a far star bene le persone. Allo stesso modo il saving e la velocità dei pagamenti cui si accennava in precedenza dimostra quanto questo genere di investimento garantisca sostenibilità economica sul medio e sul lungo periodo.
Detto ciò, per poter parlare a pieno di sostenibilità, è impossibile non considerare quella ambientale. Ma anche da questo punto di vista la digitalizzazione garantisce vantaggi misurabili. Si pensi al monitoraggio e al controllo intelligente (IOT) che consente una gestione più efficace dei consumi energetici, al BMS, sistema di automazione degli edifici che permette la gestione centralizzata e smart degli impianti e, nella fase di progettazione e costruzione, ai modelli BIM (Building Information Modeling) con cui effettuare una progettazione più efficiente ed efficace del sistema edificio-impianto.
Infine, digitalizzare il real estate significa costruire le basi per un aumento costante di produttività ed engagement. Lo smart facility management costituisce infatti un elemento determinante per rendere gli uffici funzionali, sicuri, confortevoli, in grado di favorire un ambiente positivo.
Sotto questo punto di vista ecco che il facility management diventa strumento per migliorare il comfort e il benessere degli occupanti, ridurre il turnover dei dipendenti, attrarre nuovi talenti e permettere alle persone di esprimersi a pieno.
In questo senso uno spazio sempre disponibile garantisce un miglioramento misurabile della produttività. “La digitalizzazione del real estate permette di massimizzare l’esperienza d’uso in azienda a tutti i livelli – conclude Appetito – Di dare concretezza tutti i giorni alla vision e alla proposition aziendale”.