Il benessere delle persone nei luoghi di lavoro
“Per anni molte persone hanno lavorato nel costruire luoghi del lavoro in cui evitare con attenzione ogni riferimento alle emozioni ed altri elementi non puramente razionali o direttamente produttivi. Fortunatamente, quei tempi sono sempre più distanti”.
Sistemi di lavoro diffuso, integrazione vita-lavoro, disegno degli spazi. Il benessere delle persone è un concetto spesso sfuggente ma imprescindibile nelle logiche attuali di sviluppo d’impresa. Luoghi di lavoro sani e facilitatori di esperienze saranno sempre più al centro della Governance delle aziende del futuro, assecondando la radicale trasformazione che ruota ogni giorno intorno al mondo del lavoro.
In questi giorni si è celebrata la Giornata Mondiale della Salute Mentale, promossa dalla World Health Organization. Un'opportunità per riflettere su un tema delicato, profondo, che intacca silenziosamente la quotidianità di ciascuno di noi e che diventa ogni giorno più importante nello sviluppo della società del domani. Ogni anno, il 10 ottobre diventa un simbolo per interrogarsi da diverse angolazioni, diversi punti di vista, ma che hanno sempre come focus il benessere dell'individuo. Quest'anno è: "La salute mentale è un diritto umano universale".
Numerose, ad oggi, sono le testimonianze di insofferenza nel mondo del lavoro, a livello globale. Lo confermano le ricerche di Mckinsey & Global, U.S. Surgeon General, Buffer, World Economic Forum e, in Italia, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che attesta una vorticosa crescita delle dimissioni volontarie tra il 2021 e la fine del 2022: uno dei sintomi del cambiamento sociale e culturale in atto, relativamente all’integrazione vita-lavoro.
eFM, in questo senso, fa del benessere individuale un pilastro del suo agire, perché il mondo del lavoro e quello degli spazi di lavoro, evidentemente, non possono più fare a meno della dimensione personale, relazionale, emotiva: molto più di un benefit, un diritto. Secondo Michele Franzese, Founder Rome Future Week: "Entrando negli uffici di eFM ti colpisce subito, quest’idea che lo spazio abbia uno stretto rapporto con le persone”. Ma qual è il segreto? Lo abbiamo chiesto a Valentina Gingardi, Urban Service Design Manager eFM, Francesco Limone, Senior Advisor eFM e Linkedin Top Voice Vita-Lavoro, e Francesca Piscitelli, Digital Workplace Leader eFM.
Queste, le loro risposte da tre punti di vista completamente differenti: sistemi di lavoro diffuso, integrazione vita-lavoro, disegno degli spazi.
Secondo Valentina: “Passiamo almeno l’80% della nostra vita in ambienti antropizzati, non sempre progettati, realizzati e gestiti per consentire all’uomo di vivere e lavorare al meglio”.
“In eFM – ha aggiunto – crediamo invece che ogni spazio debba essere pensato per supportare il bisogno di ciascuno di crescere e fare esperienze arricchenti in luoghi distribuiti. Proprio attraverso il progetto Hubquarter stiamo dando un contributo fattivo e misurabile al miglioramento delle condizioni di vita e lavoro di milioni di lavoratori e cittadini.”
Secondo Francesco: “Per anni molte persone hanno lavorato nel costruire luoghi del lavoro in cui evitare con attenzione ogni riferimento alle emozioni ed altri elementi non puramente razionali o direttamente produttivi. Fortunatamente quei tempi sono sempre più distanti”.
“Per anni – ha aggiunto – abbiamo lavorato verso il Work-Life Balance. Preservare le dimensioni della nostra vita tenendole ben separate. Ci stiamo invece ora avventurando in workplace sempre più ibridi, aperti e distribuiti. E magari ci stiamo avvicinando maggiormente alla realtà delle cose: anche work è life. Il lavoro è parte della vita e farebbe bene a stare in amicizia e non conflitto con le altre parti. Perché in una vita che non teniamo integrata, ci sentiremo sempre a pezzi. Abbiamo due direzioni: o il lavoro fagociterà tutto o sapremo mettere tutto in armonia e integrazione”.
Secondo Francesca, infine: “Benessere è ripensare gli spazi di lavoro, oltre la dimensione spaziale, adottando un approccio integrato che tenga conto degli aspetti fisici, psicologici e sociali di un ambiente”.
“Le azioni da compiere – ha spiegato Francesca – sono molteplici:
- Considerare le esigenze e le preferenze dei dipendenti, fornendo flessibilità e comfort fisico attraverso la massimizzazione della luce naturale e l'uso di arredi ergonomici.
- Creare spazi per il relax e la meditazione, per supportare la salute mentale, integrandoli con elementi naturali, come le piante, l’acqua o il legno, per migliorare il benessere psicologico attraverso la biofilia.
- Promuovere la connessione sociale attraverso spazi condivisi e un ambiente inclusivo è essenziale, così come la creazione di aree per la privacy e la concentrazione.
- Rendere la tecnologia affidabile e ben integrata, evitando i problemi tecnici che aumentano lo stress.
- Infine, garantire l'uso di materiali e pratiche di sostenibilità”.
“Questo approccio – ha aggiunto – migliora la qualità della vita dei dipendenti e contribuisce agli obiettivi dell'azienda attraverso un team di lavoro più felice, sano e ingaggiato”.