eFM lancia lo spot sul palco di Global South Innovation
Il CEO Daniele Di Fausto ha presentato la nuova unità elementare per uno spazio riconfigurabile a partire dalle esperienze, annunciando la formazione di un nuovo soggetto europeo.
“L’innovazione del Real Estate può iniziare da un ripensamento profondo dello spazio, che non esiste per sé stesso, quanto piuttosto per ospitare e abilitare le esperienze che tutti noi desideriamo vivere. E che non si misurano certo in metri quadrati”.
Con queste parole Daniele Di Fausto, CEO eFM, ha aperto un panel dedicato agli “Scenari sulla Digital Real Estate Innovation” nella cornice di Global South Innovation 2025, il summit organizzato da Entopan che riunisce leader, economisti, innovatori e rappresentanti della società civile per un confronto sui temi chiave dell’innovazione, la sostenibilità, la trasformazione sociale: dal Ministro Antonio Tajani al Commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari Paolo Gentiloni e gli ex Ministri Francesco Profumo ed Enrico Giovannini, passando per rappresentanti di grandi corporate, startup e spinoff, università ed enti di ricerca.
Giuseppe Capicotto, Direttore Generale eFM, ha preso parte a un confronto sul presente e il futuro delle infrastrutture, suggerendo l’idea di una nuova “infrastruttura delle infrastrutture” basata su un uso sempre più strategico del dato. Il Chief Philosophy Officer Emiliano Boschetto ha coordinato un tavolo di lavoro orientato alla creazione di spazi sempre più ingaggianti, mentre la Project Manager Urban & Digital Transformation, Valentina Gingardi, ha accompagnato i presenti alla scoperta dell’Harmonic Innovation Hub di Tiriolo: un centro che vede eFM ingaggiata nella progettazione e punta a diventare un nuovo propulsore di innovazione e rigenerazione per il Sud.
Il digitale come volano di innovazione
Daniele Di Fausto ha invitato i panelist di Global South Innovation 2025 a intervenire sui temi della digitalizzazione, dell’AI agentica, del venture capital e dei knowledge graph. Elementi strategici attraverso cui valorizzare gli immobili, considerandoli “organismi che si relazionano con tutto quello che li circonda, influenzandolo e venendone influenzati”, come spiegato da Costanza Balboni Cestelli, Head of Data & Innovation Generali Real Estate, che ha raccontato l’impegno del suo team nell’analizzare il cambiamento di valore dei loro asset “andando oltre i parametri di un classico business plan”.
Contestualmente il Direttore Partecipazioni Societarie e Politiche di Investimento per l’Innovazione dei Servizi Alessia Rimmaudo ha raccontato l’impegno di INPS a “valorizzare il patrimonio pubblico immobiliare e trasformarlo in ecosistema intelligente e sostenibile”. Ripensare gli spazi, perché siano “adatti alle emozioni delle persone” puntando sui talenti di domani, che disegneranno “non solo il Real Estate, ma anche il digitale e i servizi usando un’AI che non ruberà il lavoro, ma anzi riporterà al centro l’essere umano più di prima”, ha aggiunto Andrea Conti, Ecosystem Lead for South Europe EIT Digital.
Il rischio da evitare è la fascinazione verso “tecnologie che non rispondono a un bisogno profondo e condiviso”, come evidenziato da Marco Simoni, Professor of Practice alla LUISS Guido Carli University. L’obiettivo più importante, secondo Andrea Quacivi, AD Geoweb, è “contrastare il rischio di solitudine e ingaggiare le nuove generazioni”.
Ripensare le infrastrutture perché costruiscano valore e relazioni
Tra i protagonisti di un panel dedicato a “Scenari infrastrutturali e ambientali”, Giuseppe Capicotto ha ricordato come le infrastrutture materiali siano, per definizione, asset di servizio: “Le infrastrutture connettono, trasportano, abilitano – ha dichiarato – E oggi, attraverso il digitale, siamo in grado di costruire e nutrire una nuova infrastruttura al servizio delle infrastrutture, creando un effetto esponenziale: moltiplicando il loro valore e massimizzando il loro impatto sui territori”.
Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato Ferrovie dello Stato Italiane, ha raccontato il piano strategico da 100 miliardi di investimenti con cui l’azienda punta a “raddoppiare le distanze coperte dall’alta velocità in Italia”, ma anche a costruire nuove connessioni con porti e interporti, per “completare una rete di spostamento delle merci sempre più sviluppata”.
“Le connessioni possono essere materiali o infrastrutturali, ma anche culturali o digitali – ha aggiunto Alessandro Di Graziano, Professore Ordinario Infrastrutture e Sistemi di Trasporto Università di Catania e speaker del panel – Riqualificare le infrastrutture significa incrementare il valore immobiliare e quindi creare i presupposti per investimenti che continuano a crescere”.
“Il tema non è usare le infrastrutture per connettere un punto all’altro – ha ribadito Elisa Maceratini, Head of the Sustainable Urban Development Unit Acciona durante il suo speech – Dobbiamo puntare su infrastrutture rigenerative, dobbiamo puntare a trasformare il territorio attraverso le infrastrutture”.
In questo senso il digitale può essere la chiave e lo strumento per trasformare l’informazione in conoscenza, sposando a pieno le indicazioni europee che spingono verso una interconnessione delle infrastrutture, ma non solo. Ripensare le connessioni garantite dalle infrastrutture tenendo in considerazione l’elemento umano porta infatti a supportare la nascita e la crescita di relazioni, rende possibile un’innovazione realmente armonica, che garantisca equilibrio, proporzione, unione e, per l’appunto, relazioni.
Verso un nuovo modello di sviluppo
Esplorare nuove traiettorie di sviluppo sostenibile e inclusivo, a partire dal Mezzogiorno d’Italia e dal Mediterraneo, interpretati come laboratori strategici per il futuro del Global South. Questo l’obiettivo comune perseguito nella tre giorni di convegni e tavoli di lavoro che hanno coinvolto rappresentanti del mondo aziendale, della pubblica amministrazione, delle università e delle istituzioni.
Un obiettivo strategico nazionale, come confermato dal Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani: “Fare del Sud Italia una piattaforma di innovazione protesa verso l’Africa è priorità strategica del Governo. Appuntamenti come questo, di raccordo fra tutte le forze vive di un territorio bellissimo, rappresentano quel gioco di squadra tra istituzioni, imprese e società civile che non mi stanco di promuovere. Tutti insieme, per l’innovazione e la crescita”.
C’è una sfida culturale da vincere, con il supporto delle nuove tecnologie, che possono e devono essere adottate in modo sistemico, come sottolineato da Alec Ross, autore, imprenditore ed esperto di politiche tecnologiche, Professore della Bologna Business School: “Il 2025 assomiglia molto al 1995. Trent’anni fa iniziava il primo capitolo di una digitalizzazione per i consumatori che oggi prosegue con l’affermazione e la diffusione dell’intelligenza artificiale, su cui percepisco un po’ di paura in Italia, anche se personalmente temo molto di più l’inefficienza naturale. Per questo invito tutti noi ad avere coraggio e avere un po’ di fame per il rischio, senza trattare eventuali fallimenti come scandali, ma guardandoli piuttosto come opportunità di apprendimento”.
Ross ha paragonato i pionieri dell’innovazione italiana ai “cowboys americani” e in questo senso proprio il Sud, da territorio di periferia, può trasformarsi in un territorio di frontiera, che promuova una nuova idea di impresa, innovazione e comunità. Francesco Profumo, già Ministro dell'istruzione, dell'Università e della Ricerca, oggi Presidente del Comitato Strategico Entopam, ha individuato alcune linee guida e leve strategiche perché il Sud “smetta di attendere e cominci a guidare”; perché diventi un asset strategico, promotore di una nuova idea di innovazione armonica. “Oggi un’azienda non è più solo attore economico, è attore sociale, culturale, educativo – ha commentato Profumo – C’è un capitale umano di milioni di giovani brillanti e motivati, dobbiamo creare nuovi ponti tra sapere e impresa. Ma abbiamo anche bisogno di una finanza diversa, disposta a scommettere sul lungo periodo”.
In questo senso, l’innovazione del Real Estate viaggia su un binario parallelo a quella, più ampia e stratificata, del territorio. Ed entrambe dipendono tanto dall’affermazione di nuovi modelli, quanto dal ripensamento del rapporto tra impresa e territorio, tra spazio e comunità.