Grazie alla digitalizzazione del Facility Management e agli Smart Building è possibile indirizzare la gestione degli asset immobiliari verso il concetto di sostenibilità ambientale, che oltre ad essere di stretta attualità risente di una crescente sensibilità da parte di cittadini, consumatori e investitori. Pur con punti di vista differenti, infatti, la ‘valutazione’ dell’impresa da parte di questi soggetti risente sempre di più delle sue performance in termini ambientali. Non è un caso che le scelte strategiche di aziende e organizzazioni si ispirino sempre di più ai Rating di sostenibilità (ESG), nel quali l’elemento ambientale (E, Environment) è protagonista.
Ma quali sono i ruoli di facility management e di smart building in questo contesto? Partendo dallo smart building, si tratta per definizione di un edificio il cui impatto ambientale è estremamente contenuto. Il digitale rappresenta l’anima smart che pervade e accompagna tutto il ciclo di vita dell’immobile: facendo perno sulla produzione e la valorizzazione continua dei dati, smart building può automatizzare svariate attività, nonché indirizzare i percorsi decisionali verso logiche di sostenibilità e di riduzione dell’impatto ambientale, da cui peraltro imprese e cittadini ottengono anche benefici economici.
Parlando nello specifico dell’impatto ambientale, la gestione energetica è senza dubbio un punto da cui si può partire. Il tema dello Smart Building, infatti, è profondamente intrecciato con quello della riduzione degli sprechi e, al tempo stesso, della valorizzazione delle fonti sostenibili. Sotto questo profilo, sono due i pilastri che concorrono alla riduzione dell’impatto ambientale:
Facility Management e Smart Building possono concorrere alla riduzione dell’impatto ambientale e alla sostenibilità in molti modi diversi. In generale, la digitalizzazione porta trasparenza, efficienza e quindi ad un uso più consapevole e virtuoso delle risorse disponibili.
Si pensi alle manutenzioni, che sono fondamentali per mantenere l’asset immobiliare in perfetto esercizio durante tutto il suo ciclo di vita. Grazie all’IoT, all’analisi dei dati e a piattaforme avanzate, è possibile richiedere e attivare interventi di manutenzione (predittiva) quando i dati indicano una reale esigenza, e prima che si verifichi un guasto. Gli interventi diventano così fortemente mirati e, in alcuni casi, possono sostituire quelli periodici di cui non sempre c’è necessità. Le piattaforme avanzate di facility permettono poi di monitorare e di ottimizzare gli interventi, nonché di gestire al meglio le risorse, miscelando anche in questo caso la sostenibilità con il beneficio economico.
La digitalizzazione del facility management va nella direzione della trasparenza e della tracciabilità dei dati, altri aspetti che concorrono ad abbattere gli sprechi. Le piattaforme più evolute, come MYSPOT, non si limitano a creare e gestire i gemelli digitali degli asset immobiliari, da cui tutti i benefici di cui sopra, ma anche i gemelli digitali dei contratti, gli Smart Contract, che legano in relazioni virtuose tutte le parti coinvolte.
A titolo d’esempio, all’interno degli Smart Contract si possono introdurre clausole specificamente indirizzate a ridurre l’impatto ambientale dei servizi: è così possibile richiedere certificazioni specifiche e l’impiego di materiali ecosostenibili, oppure di prodotti rispettosi dell’ambiente e di macchinari a basso consumo energetico. L’innovazione portata dallo Smart Contract sta nel monitoraggio della fase esecutiva e nella certificazione della corretta esecuzione delle attività, che devono essere pienamente aderenti alle pattuizioni contrattuali. Il tutto, finalizzato a creare un ambiente virtuoso, in cui al beneficio per l’ambiente corrispondano servizi ed esperienze di qualità per chi vive gli spazi.