Smart Working e Smart City possono avere un impatto molto positivo sulla vita delle persone permettendo loro di vivere meglio e di lavorare con più soddisfazione; inoltre, i nuovi paradigmi smart consentono alle amministrazioni di gestire in modo efficiente i servizi pubblici e di accompagnare la società verso importanti obiettivi di sostenibilità. In primis, quella ambientale, una forza potentissima che può letteralmente cambiare il mondo permettendogli di vincere le sfide di oggi e di domani: l’esaurimento delle risorse naturali, il progressivo aumento della popolazione e il fenomeno dell’urbanizzazione che a breve ospiterà fino al 70% della popolazione mondiale. C’è poi anche un discorso di sostenibilità economica e sociale di cui tener conto: oggi, il modello di lavoro e di vita è molto simile a quello di trent’anni fa, ma l’evoluzione tecnologica sottostante è stata enorme e la sua corretta adozione potrebbe abilitare dinamiche e routine completamente nuove e sostenibili, sia per l’ambiente che per la “work life integration”.
Sulla base di queste premesse, è fondamentale operare un cambiamento profondo che coinvolga infrastrutture, strumenti, mezzi e dinamiche di lavoro e di vita. Rispetto ad oggi, va creato un paradigma totalmente nuovo, rispettoso delle risorse e contro ogni possibile spreco: Smart Working e Smart City sono due risposte convincenti alle esigenze di sostenibilità che si stanno palesando in ogni parte del pianeta.
Smart Working è il nuovo modello di lavoro. Erroneamente confuso con il telelavoro sperimentato da milioni di lavoratori nell’ultimo anno, smart working svincola l’esperienza lavorativa dal luogo fisso, dall’orario e dal controllo di presenza. Lavorare in modo smart significa poterlo fare ovunque, ma soprattutto significa poter scegliere il luogo e gli strumenti adeguati alla migliore work experience: la postazione dell’ufficio, una specifica sala riunioni, casa propria, un coworking, una biblioteca e così via.
L’impatto sulla sostenibilità ambientale è enorme, perché viene meno il doppio spostamento quotidiano tra casa e ufficio che per decenni è stato alla base delle dinamiche lavorative. A tal proposito, è interessante notare come le persone – in era pre-pandemia – trascorressero circa 1 ora al giorno in spostamenti tra casa e lavoro (via: Washington Post), e inoltre si stima che un solo giorno alla settimana di lavoro smart ridurrebbe del 20% i chilometri percorsi in un anno, con una riduzione (se si usa l’automobile) di 2,8 milioni di tonnellate di CO2 (via: Avvenia). Per quanto concerne la sostenibilità economica e sociale, si pensi invece all’impatto dello smart working sulle aziende: l’occupazione degli uffici cala, i servizi sono meno utilizzati e le opportunità di saving, da reinvestire nella propria community, nella crescita dei dipendenti, diventano importanti. Si pensi che, secondo DigitalWorkplaceGroup, l’attivazione dello smart working ha permesso a British Telecom di risparmiare 6.000 sterline all’anno per ogni dipendente.
Smart City è un fenomeno in crescita esponenziale, con interessanti implementazioni già presenti in molte città del mondo. Non è semplice darne una definizione: di fatto la città smart è l’esito di una progressiva integrazione di reti, oggetti (IoT) e servizi digitali nelle infrastrutture e nelle dinamiche urbane, il tutto finalizzato a migliorare il collegamento tra cittadini, amministrazioni e imprese e ad abilitare servizi innovativi. Le Smart City sfruttano i benefici dell’IoT e del Cloud per raccogliere e valorizzare i dati, rendendo più sostenibili le città, migliori i servizi ai cittadini e produttive le aziende.
Ci sono decine di ambiti nei quali il paradigma smart può essere collegato al tema della sostenibilità. Eccone alcuni:
La possibilità di digitalizzare le aree consente di disegnare, gestire e monitorare al meglio i luoghi pubblici della città, garantire la disponibilità degli spazi in tempo reale, orientare le persone in base agli interessi, le relazioni e le esperienze che la città stessa potrà offrire. Di sicuro fattore abilitante di una nuova sostenibilità sociale con risvolti importanti anche su quelli economici – efficienza ed efficacia dei servizi- e ambientali -valorizzazione degli spazi inutilizzati già esistenti.
Sistemi di raccolta dati e algoritmi intelligenti possono determinare una netta riduzione delle congestioni stradali, con ovvii benefici non solo in termini di sostenibilità ambientale, ma anche economica e di qualità della vita.
L’unione di una rete di distribuzione elettrica e di un network informatico decentralizzato è alla base del concetto di Smart Grid, che a sua volta è un elemento portante della Smart City. Smart Grid risponde alle esigenze di un mondo in cui la distribuzione energetica non può più essere quella del passato: ci sono, e ci saranno sempre di più, tanti micro-produttori di energia da fonti rinnovabili (impianti eolici e fotovoltaici) che la ricevono dalla rete ma possono anche immettere la propria, creando un modello distribuito e fondato sull’assenza di sprechi.
L’illuminazione intelligente è un altro pilastro della Smart City e un ulteriore strumento di sostenibilità. I sensori IoT possono regolare l’intensità dell’illuminazione stradale in funzione del contesto ed evitare sprechi, ma è anche possibile utilizzare l’energia della rete di illuminazione per alimentare servizi a valore aggiunto come colonnine di ricarica, totem interattivi, videocamere, access point e ulteriori sensori.