L’affidabilità dei dati nelle rendicontazioni ESG
Il regolamento UE sulla tassonomia, entrato in vigore nel gennaio 2022, è un sistema di classificazione verde che traduce gli obiettivi climatici e ambientali dell'UE in criteri per attività economiche specifiche e scopi di investimento. A partire da gennaio 2023, circa 12.000 aziende sono tenute a segnalare la misura in cui le loro attività commerciali sono allineate con la tassonomia; entro il 2028, questa cifra salirà a circa 50.000.
Come sistema di classificazione, la tassonomia è stata creata per contrastare il fenomeno del greenwashing, consentendo agli operatori di mercato di identificare e investire in attività sostenibili con più fiducia e trasparenza. Tuttavia, il regolamento prevede anche nuovi obblighi di informativa in materia di tassonomia per le società e per gli operatori dei mercati finanziari.
Il nucleo del regolamento sulla tassonomia è la definizione di un'attività economica sostenibile. Questa definizione si basa su due criteri. Un'attività deve:
*I sei obiettivi sono: (1) climate change mitigation, (2) climate change adaptation, (3) sustainable use and protection of water and marine resources, (4) transition to a circular economy, (5) pollution prevention and control, e (6) protection and restoration of biodiversity and ecosystems.
Intervenendo sulla direttiva Accounting, la Non-Financial Reporting Directive ha introdotto a livello europeo il requisito per società di grandi dimensioni di aggiungere, alla relazione sulla gestione, una dichiarazione di carattere non finanziario, che includa:
Qualsiasi impresa soggetta all'NFRD deve quindi comunicare in che modo e in che misura le sue attività sono associate ad azioni considerate sostenibili dal punto di vista ambientale.
La gestione di un patrimonio immobiliare ha un forte impatto in termini di sostenibilità e pertanto shareholder e stakeholder sono interessati ad allineare i propri immobili agli standard di sostenibilità.
“Il monitoraggio del rischio di asset stranding è fondamentale – spiega Ada Grappone, Business Unit Manager Energy & Sustainability eFM – la mancata consapevolezza in merito alla previsione di superamento del livello massimo consentito di emissioni da parte di un immobile, potrebbe comprometterne in maniera irrimediabile il valore di mercato”.
Spesso, però, la maggior parte delle aziende non ha la capacità e l’expertise necessarie per aggregare ed analizzare i dati secondo lo standard europeo. Secondo Claudio Di Diego, Business Analyst eFM: “Oggi si parla sempre più di sostenibilità, ma dal punto di vista normativo è un territorio sul quale continuano ad evolvere ragionamenti e metriche. eFM segue l’andamento dei termini normativi e partecipa attivamente a tavoli tecnici per la definizione delle strategie atte a recepire al meglio le indicazioni della Comunità Europea in tema di allineamento ai principi ESG”.
Il costante interfacciamento con i maggiori player di mercato ha consentito ad eFM di elaborare servizi e soluzioni a supporto dei diversi interlocutori coinvolti nell’attuazione delle strategie ESG applicate alla gestione dei patrimoni immobiliari.
eFM, infatti, fa uso di strumenti digitali per offrire servizi professionali top level. Dato il volume e la complessità dei dati che devono essere identificati, raccolti, aggregati e divulgati, è probabile che i processi di gestione manuale odierni si rivelino inefficienti. Per tale ragione, eFM ha inserito all’interno della piattaforma MYSPOT dei moduli ad hoc che supportano:
“Grazie alla nostra esperienza pluriennale – Conclude Ada – unita a soluzioni digitali e innovative end-to-end nate dal confronto con esperti da tutto il mondo, supportiamo le grandi corporate in un processo più che mai attuale e che richiede trasparenza, affidabilità e certezza dei dati raccolti”.