L’attenzione alla sostenibilità è un tema tanto contemporaneo quanto trasversale. Corporate, PMI e startup, aziende produttrici e fornitori di servizi: queste sono soltanto alcune delle realtà che hanno iniziato a mettere in discussione i loro processi per cercare soluzioni più sostenibili. Il settore del real estate non è da meno: sia nel caso di realizzazione di nuovi edifici, che nella gestione di un patrimonio preesistente. Per avere un’idea dell’importanza della sostenibilità in questo ambito, basterà ricordare che la valutazione del rischio climatico è un fattore determinante già a partire dalla fase di progettazione.
Ma sostenibilità non vuol dire soltanto attenzione all’ambiente: significa anche elaborare strategie per ripensare le governance aziendali. Così come significa avere a cuore il benessere delle risorse che occupano uno spazio, o che lavorano al suo interno. “Guardare alla sostenibilità di un patrimonio immobiliare significa innanzitutto guardare alle persone – commenta Ada Grappone, Business Unit Manager Energy & Sustainability in eFM – È un impegno che nasce da motivazioni etiche, ancor prima che di business”.
Gli interventi di digitalizzazione di real estate e facility management promossi da eFM vanno proprio in questa direzione: generare equità e sostenibilità al lavoro. “In eFM la parola sostenibilità va oltre l’ambiente – aggiunge la Digital Workplace Leader di eFM Francesca Piscitelli – riguarda soprattutto le persone che vivono e lavorano negli spazi che creiamo, spazi più salubri, sicuri e inclusivi. La digitalizzazione è una chiave per migliorare l'efficienza operativa e il comfort, contribuendo a una migliore qualità della vita e a un futuro più sostenibile, nel rispetto degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030”
Una strategia che tenga conto della sostenibilità deve tradursi in una strategia in grado di coniugare la fattibilità con il rispetto dei fattori ESG. Fattori ambientali, sociali e di governance che contraddistinguono i progetti effettivamente sostenibili.
I patrimoni immobiliari sono responsabili del 36% delle emissioni di gas serra. La prima sfida del real estate è abbattere una percentuale così significativa. E gli interventi possibili sono molteplici, a partire dalla fase di progettazione: “Pensiamo alla scelta di materiali eco-sostenibili – prosegue Grappone – Ma anche a un uso più attento dell’energia ed una gestione più responsabile delle fasi di smaltimento”.
L’efficientamento prosegue anche in fase di operation e gestionale. L’obiettivo è realizzare un sistema edificio-impianto in grado di performare al meglio, provocando il minor impatto ambientale possibile. E poi monitorarlo, in modo da continuare ad ottimizzare i costi, garantendo un saving quantificabile.
“Digitalizzare l’intero processo aiuta a collezionare migliaia di informazioni –aggiunge Ada Grappone – che possono poi essere utilizzate per creare efficienza nelle diverse fasi del ciclo di vita dell’immobile, supportando sia in fase progettuale che realizzativa che manutentiva. Guardando all’ambiente, tutto questo equivale non solo ad ottenere una riduzione dell’impronta di carbonio ma anche ad agire consapevolmente per un uso responsabile delle risorse disponibili sul pianeta”.
Informazioni che vengono riportate all’interno dei cosiddetti EPD: documenti orientati alla trasparenza (e verificati da enti terzi), che documentano tutto il ciclo di vita di un edificio. Testimoniando in maniera inequivocabile il suo livello di sostenibilità ambientale.
Investire nel benessere delle persone è più di una scelta etica: è un imperativo per le aziende del XXI secolo. Il benessere dei dipendenti non solo influisce sulla produttività e sulla redditività, ma è anche cruciale per attrarre e trattenere i migliori talenti affrontando in maniera vincente una sfida globale come la Great Resignation. Le aziende che riconoscono questa realtà e agiscono di conseguenza non solo prospereranno, ma contribuiranno anche a costruire un futuro più sostenibile per tutti.
“Un'attenzione al benessere dei dipendenti – aggiunge Piscitelli – contribuisce a creare una cultura aziendale positiva, basata sulla fiducia, la trasparenza e il supporto reciproco. Questo certamente può migliorare il morale e la coesione del team. A lungo termine i benefici si estenderanno alla reputazione dell’azienda e al posizionamento del suo brand”.
D’altronde l’attenzione alla sostenibilità sociale produce un benessere molto più vasto: si pensi ad esempio alla realtà urbana e all'impatto che ha la distribuzione sul territorio di luoghi accessibili per il lavoro. La creazione di spazi accessibili, inclusivi e ispirati alla condivisione non solo migliora la vita delle persone all'interno di edifici e quartieri, ma ha un impatto più ampio sulla qualità di vita nella città. La creazione di spazi di co-working e innovazione in edifici sostenibili può promuovere la collaborazione e la creazione di nuove opportunità per imprenditori, artisti e innovatori.
Infine, la sostenibilità applicata alla governance. Efficientare la gestione dei processi quasi sempre è il primo passo da compiere per centrare i diversi obiettivi ESG. E in questo senso la digitalizzazione gioca un ruolo semplicemente fondamentale. Perché permette di snellire i processi, ma anche perché garantisce piena disponibilità delle informazioni.
“Dobbiamo essere in grado di costruire indicatori attendibili, che ci aiutino a monitorare gli impatti e a costruire strategia in un’ottica di miglioramento continuo - conclude Grappone - Per fare ciò è fondamentale che i dati raccolti possano essere considerati affidabili e che siano tracciati e gestiti in maniera trasparente, fornendo risultati attendibili”.
La piattaforma MySpot sviluppata da eFM è uno strumento pensato per rendere real estate e facility management ogni giorno più efficienti e sostenibili. Permette di progettare spazi rispettosi dell’ambiente e in grado di rispondere alle esigenze delle persone. Una vera e propria rivoluzione digitale, che abilita la sostenibilità ambientale, umana e di governance.