In questi ultimi anni abbiamo capito quanto il luogo di lavoro, e più in generale lo spazio fisico, incida sul benessere e sulla produttività dei dipendenti. La pandemia, inoltre, ha portato diverse organizzazioni a rivedere i propri spazi e a porre sempre maggiore attenzione al tema della salute e dell’engagement delle proprie persone.
In questo contesto si inserisce l’approccio innovativo di eFM, azienda piattaforma nata per progettare “engaging places”, spazi di lavoro che permettano di dare il meglio di sé, non solo nella logica della performance, ma anche come risposta a uno stato di benessere e soddisfazione. Autogrill, Feltrinelli e Hyppocrates Holding sono solo alcuni dei suoi diversi clienti.
“Quello su cui stiamo investendo molto in questo momento è un nuovo modello di lavoro ibrido e sostenibile, che dà la possibilità di scegliere liberamente luoghi diversi della città dove fare networking e incontrare persone sulla base delle proprie competenze, ma anche interessi extra lavorativi”, ci spiega Stefano Scravaglieri, HR Manager di eFM.
“Il progetto Hubquarter che abbiamo sviluppato nell’ultimo anno guarda all’apertura e alla condivisione degli spazi pubblici e privati e alla creazione di nuovi relational workplace. Questa iniziativa nasce per dare valore agli spazi inutilizzati delle grandi aziende e trasformarli in spazi di lavoro collettivi, ibridi e aperti anche ai dipendenti di altre corporate. Nuovi spazi della città dove poter lavorare in aggiunta alla propria casa. È un progetto in fase pilota che stiamo sperimentando con diverse realtà”.
Parliamo di progettare spazi aperti, ma anche funzionali alle diverse attività che lo stesso lavoratore deve svolgere, cosa che la postazione fissa personale non consente di modulare. “Se la riunione è di brainstorming, richiede uno spazio preciso, se si tratta di lavoro creativo è ancora diverso, così come per un’attività di focalizzazione e via dicendo” continua Scravaglieri.
Non un posto per la singola persona, dunque, ma più posti intercambiabili per gli stessi lavoratori a seconda delle mansioni quotidiane. Un approccio a beneficio anche della relazione umana. “Abbiamo sperimentato, ad esempio, i vantaggi dell’avere all’ingresso, al posto della reception, una sorta di piazzetta con tanto di gelatiera. Molte persone alle 17, invece di scappare a casa, restavano lì a parlare tra loro, prendere il gelato e scambiarsi informazioni, idee e progetti: un esempio di strumento creativo molto più efficace di qualsiasi corso di formazione”.