Il mondo del lavoro come lo conoscevamo non esiste più. L’intelligenza artificiale, le nuove tecnologie, l’evoluzione culturale e le aspettative delle nuove generazioni stanno trasformando profondamente non solo i luoghi in cui lavoriamo, ma anche il senso stesso del lavoro. Oggi le aziende sono chiamate a ripensare in modo radicale spazi, processi e relazioni per renderli più inclusivi, flessibili e sostenibili.
In questo contesto, la collaborazione tra Facility Management (FM) e Risorse Umane (HR) non è più solo un’opzione, ma diventa una leva strategica per costruire organizzazioni capaci di attrarre e valorizzare talenti, sostenere nuovi modelli di lavoro ibrido e rispondere in modo proattivo alle sfide dell’innovazione. Tuttavia, per affrontare davvero la complessità del presente serve andare oltre la logica dei singoli dipartimenti: servono ecosistemi di dialogo e co-creazione, in cui discipline diverse si contaminano per generare soluzioni concrete.
È proprio questa la visione che ha spinto eFM a sostenere Bridging Dialogues 2025, un evento internazionale pensato per chi vuole innovare il lavoro mettendo al centro le persone.
Il 3 luglio, a Milano, oltre 100 leader aziendali, manager HR, esperti di innovazione e ricercatori internazionali si sono incontrati negli spazi di Talent Garden Calabiana per una giornata intensa di workshop, keynote e laboratori partecipativi. Il tema dell’edizione 2025 è stato particolarmente attuale: ripensare le abitudini organizzative in un mondo reso ancora più complesso dall’intelligenza artificiale e dalle nuove tecnologie emergenti.
Non si è parlato solo di strumenti digitali, ma soprattutto di come le organizzazioni possono sviluppare un nuovo mindset, capace di integrare dimensione tecnologica, cultura e spazi fisici per abilitare nuove forme di collaborazione, decisione e leadership.
Un approccio che mette al centro la persona, visto non come “utente” o “dipendente”, ma come parte attiva nella costruzione del futuro del lavoro.
Come ha raccontato Daniele Di Faqusto, CEO di eFM: “Abbiamo partecipato alla co-creazione di questo evento perché riteniamo importante avviare riflessioni che colleghino diversi settori. Con questo convegno ci siamo posti il tema del mindset delle politiche HR e di come il mondo culturale debba integrarsi con la dimensione fisica degli spazi, ma anche con la tecnologia.
MySpot parla proprio dello ‘spot’, la cellula dello spazio che può essere configurata in molti modi diversi; ma per avere successo, deve unire due punti fondamentali: da un lato, comprendere e dare risposte sempre più concrete alle esigenze degli utenti che cambiano rapidamente e richiedono maggiore flessibilità; dall’altro, valorizzare il nostro know-how storico, che consiste nel progettare e configurare servizi in modo semplice, intuitivo e sempre disponibile.”
MySpot incarna perfettamente questa filosofia: non più un luogo fisso, ma uno spazio adattivo, capace di evolvere per rispondere ai nuovi bisogni delle persone, grazie a una regia intelligente che unisce dati, tecnologia e conoscenza dei processi.
La visione di eFM è chiara: il workplace non deve essere solo un contenitore, ma un abilitatore di esperienze, in grado di connettere persone, servizi e dati per generare valore concreto.
Quello che rende Bridging Dialogues un modello unico è la capacità di unire mondi diversi: ricerca accademica, visione manageriale e progettualità concreta. È in questo spazio “ibrido” che nascono idee nuove, strumenti pratici e connessioni che possono trasformare davvero il lavoro quotidiano.
Per eFM, sostenere iniziative come questa significa rafforzare il dialogo tra chi progetta gli spazi (Facility Management), chi gestisce le persone (HR) e chi sviluppa tecnologie che possono renderli più agili, smart e sostenibili. È solo integrando queste dimensioni che è possibile anticipare le trasformazioni, invece di subirle, e costruire contesti di lavoro in cui le persone possano crescere, collaborare e innovare.
Il futuro del lavoro non nasce da una sola disciplina, né da un’unica soluzione tecnologica. Nasce dall’ascolto delle persone, dall’analisi dei dati, dalla capacità di progettare spazi flessibili e dall’adozione consapevole delle tecnologie emergenti. Eventi come Bridging Dialogues 2025 dimostrano che l’innovazione autentica è un percorso collettivo, che richiede coraggio, sperimentazione e alleanze trasversali.
È questa la direzione che guida eFM: creare non solo luoghi fisici, ma ecosistemi esperienziali che mettano davvero al centro la persona, favoriscano la connessione tra mondi diversi e trasformino ogni “spot” in un punto di partenza per immaginare, insieme, il futuro del lavoro.